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24/04/2005: Prima uscita di corso
Domenica 24 Aprile, Scogli neri, SV
Partecipanti: Alessandro Vernassa, Riccardo Barbero, Mauro Verme, Roberto Braga (G.S.Ribaldone) Erica Ferrari, Franco Bastanti, Ilaria Cambiaso, Juri Traverso, Paolo Gerbino, Stefania Mantero, Stefania Pittaluga, (G.S.Martel), Luca Traversone (SIAL)
Appuntamento ore 7.30 alla Fiat come sempre, per quelli del ponente appuntamento alle 8.00 allautogrill di Varazze.
Piccoli ritardi previsti ma alle 8.30 siamo in marcia destinazione Scogli neri.
[Ok, Stefania e Ilaria per lennesima volta arrivano in ritardo di almeno mezz'ora , praticamente gli altri sono già alla grotta o quasi, ma non è mica colpa loro!!!! Tutte le domeniche la sveglia si rompe va beh, insomma, il sabato sera mica si puo stare a casa a fare il ricamo! Ma non possiamo fare le uscite il sabato sera che così non rischiamo?!!?!?!?!]
Il meteo non è a nostro favore, minaccia pioggia. Arrivati in loco piccolo consulto per decidere se andare o ripiegare per la Pollera. Il tratto di strada che ci separa dalla grotta è abbastanza lungo e rischiamo di arrivare fradici. Alla fine ci cambiamo sotto un portico, lasciamo le macchine inutili nei posteggi e ci dirigiamo verso Scogli neri. [Ma chi ce lo fa fare? Fa freddo, piove, abbiamo sonno, quelli che hanno chiuso occhio avranno dormito si e no 4 minuti scarsi uffi!!!]
Posteggiamo e finiamo di vestirci per poi dirigerci verso il sentiero che ci separa dallingresso della grotta.
Il fondo diventa sempre più sdrucciolevole per la pioggia ma giungiamo finalmente allingresso. [Ma il leopard skin style funziona sempre, dentro e fuori dalla grotta, e allora SI VA!]
La prima uscita degli allievi del corso speleo del Ribaldone sta per avere inizio.
[Ammazza che presentazione!]
Bastanti apre le danze seguito a ruota da tutto il gruppo e ben presto attraversiamo la prima parte della grotta di forma ellittica che ci porta al primo armo: un traverso che si conclude con un pozzetto di 7 metri facilmente discendibile con lausilio della corda in loco sfruttando i gradoni della parete. Piu avanti la volta si abbassa gradatamente per poi aprirsi nella sala denominata quadrivio.
[Qualche pezzo è estremamente scivoloso, se ne accorge per primo Franco che prende una salaccata per terra ma questo non gli impedisce di continuare a cantare, lo segue a ruota Stefania che dopo essersi rialzata viene aiutata da Luca DELLISSEL e si ritrovano entrambe per terra. Di tutta risposta Luca sta girando con un marchio a fuoco Petzl sotto il mento (E ben ti sta!) Notare comunque laccostamento cromatico degli interessati, Franco in tuta verde-ramarro, Luca in giallo-tweety e Stefania in tuta rosso-estintore, praticamente un semaforo!]
Da qui prendiamo la via piu a destra rispetto alla direzione da cui giungiamo e decidiamo di proseguire per la via direttissima che ben presto ci condurrà alla sala del masso da dove potremo poi proseguire per la Sala Meravigliosa.
Passando così per la buca da lettere con lausilio di una corda proseguiamo nel nostro intento. Arriviamo così alla famosa Sala Meravigliosa. Nonostante la deturpazione avvenuta negli anni, la sala risplende dei cristalli di aragonite. Qualcuno di noi si sofferma a fotografare e documentare lo spettacolo offerto, qualcun altro cerca il punto in cui una volta troneggiava una concrezione denominata la madonnina [Qualcun altro, avendo in corpo ancora ettolitri di rhum dalla sera prima la madonnina se la vede già per i fatti suoi ]
Non rimane che attraversare la diaclasi e giungiamo finalmente alla partenza del pozzo da 60, denominato Voragine.
La prima uscita del corso Ribaldone si conclude qui. Una parte tornerà indietro e unaltra proseguirà la discesa fino alla base del pozzo. Nel mentre che si decide, ci rifocilliamo e scarburiamo.
Franco arma il pozzo, lo segue a ruota Juri, seguito da Paolo, Stefania, Stefania [non è una ripetizione, mica è colpa di nessuno se si va di coppia per nomi!!!], Luca e Alessandro. Mentre Ilaria, Erica, Mauro, Riccardo e Roberto si dirigono verso la via del ritorno.
Si presenta davanti a noi uno scivolo piuttosto che un pozzo, molto gradinato e facilmente discendibile. La prima parte presenta numerosi frazionamenti fino a giungere poi a una cengia da dove partono due campate da 30 e 10 metri. Arriviamo al fondo, breve sguardo a cio che ci circonda e Franco ci intima di risalire.
Stefania, Stefania, Juri, e Paolo risalgono. Luca Alessandro e Franco disarmano.
Arrivati alla sommità del pozzo qualcuno si rifocilla, qualcun altro scarbura [e qualcun altro ha deciso di sperimentare il nuovo sistema a pressione della carburina e di prendere momentaneamente fuoco. Dando così un nuovo disegno alle sue sopracciglia. Trasformandosi in torcia umana. Un lago come quello di Piancavallo quando serve non si trova mai!!!]
Ci dirigiamo così verso il ritorno. Piccolo momento di defalliance nel passaggio dalla sala del masso di Stefania prontamente recuperata da Paolo, passiamo la strettoia, e risaliamo così al secondo livello della grotta, passiamo anche la buca da lettere e in pochi istanti siamo al quadrivio.
Pochi metri ci separano alluscita e, ahinoi, allacquazzone che ci attende fuori.
Ignobile scampagnata sotto la pioggia e finalmente giungiamo alle macchine dove il nostro Speleoricci ha saggiamente attrezzato un tendone per consentirci di cambiarci allasciutto o quasi.
La prima uscita del Ribaldone si conclude con le gambe sotto ai tavoli di una pizzeria in gloriosa compagnia degli istruttori del Ribaldone e del Martel e la piacevole compagnia di noi tutti.
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Ma l'uccello di gatto Silvestro non era Titti?
lara